Turismo sostenibile per tutelare i nostri mari
Oggi vi parliamo di turismo sostenibile per tutelare i nostri mari. Nonostante le alternative, per molti di noi le vacanze estive significano solo una cosa: MARE!
Spesso, però, partiamo per le mete balneari senza sapere come le nostre vacanze e i nostri comportamenti incidono sull’ambiente.
I rifiuti marini, l’inquinamento batteriologico e l’inquinamento chimico sono tra le cause principali di contaminazione dei nostri mari. Queste forme di inquinamento agiscono con effetti diversi e devastanti.
Rifiuti Marini
Quando si parla di turismo sostenibile per tutelare i nostri mari, è risaputo che il più grande problema è rappresentato dalla plastica. Questo materiale si degrada completamente solo in centinaia di anni e rappresenta una vera minaccia per l’ecosistema marino.
Tappi, bottiglie di plastica, sacchetti, calcinacci, copertoni, mozziconi di sigarette: se non vengono smaltiti correttamente finiscono in mare sospinti dal vento, trascinati dai fiumi o prodotti dalle navi.
Per far fronte a questo inquinamento, varie associazioni hanno iniziato a lanciare campagne di sensibilizzazione. Queste campagne sono note come «Ocean Initiatives », programmi di sensibilizzazione ai rifiuti marini, basati sulle raccolte di rifiuti.
Ad esempio, Legambiente Lombardia da anni promuove la campagna “Spiagge e fondali puliti”, per il territorio italiano. Possiamo citare anche “Clean up the med”, l’appuntamento internazionale per ripulire le coste del mediterraneo.
Anche i mozziconi di sigaretta lasciati sulle spiagge o gettati dalle barche incidono fortemente sull’inquinamento di spiagge e mari. I tempi di degradazione della sigaretta sono molto lunghi. Sono necessari dai 5 ai 12 anni di tempo per distruggere il filtro. Oltre a ciò, tale filtro potrebbe non solo sporcare la spiaggia, ma anche soffocare un pesce che dovesse ingoiarlo. Un esempio virtuoso per combattere questa problematica è rappresentato da La Ciotat, cittadina francese vicino a Marsiglia, che ha imposto il divieto di fumare in spiaggia.
Inquinamento Batteriologico
Per quanto concerne l’aspetto batteriologico, la soluzione passa principalmente per gli impianti di depurazione nelle zone turistiche, anche se spesso non sono adatti all’aumento esponenziale della popolazione nel periodo estivo. La Convenzione di Barcellona obbliga gli Stati signatari (23 Paesi tra cui anche l’Italia) a realizzare degli impianti di depurazione per le città da 10 mila a 100 mila abitanti. L’investimento necessario è elevato, e senza aiuti statali è spesso impossibile per i comuni far fronte al raddoppiamento o persino alla triplicazione della popolazione in certe città a bordo del mare.
A dare l’esempio la libanese Rima Tarabay, che, nel suo Paese e intorno al Mediterraneo, ha lanciato la rete delle Ecotown con cui si mettono in pratica i principi dell’ecoturismo, limitando le emissioni in mare (rifiuti, acque reflue, prodotti fitosanitari usati nell’agricoltura) e proponendo la vendita prodotti alternativi locali sani.
La rete Ecotown riunisce oggi sette città e villaggi del Mediterraneo (tra cui Cassis in Francia, Amsa in Marocco, Pirano in Slovenia, etc ) con ‘obiettivo di mettere a punto dei metodi per diminuire l’inquinamento del mare scegliendo un centro turistico di meno di 10 mila abitanti in ogni Paese. In questo modo è possibile agire localmente in modo più semplice e migliore.
Inquinamento Chimico
Parliamo ora dell’ultimo aspetto, quello chimico, geograficamente più esteso, e quindi più preoccupante. Questa forma di inquinamento è dovuta agli scarichi industriali, che inquinano le zone marine nelle quali riversano in elevate concentrazioni i residui metallici molto tossici dei loro prodotti. Oppure è dovuta alle acque utilizzate in agricoltura, cariche di sostanze nocive dovute alla fertilizzazione minerale cariche di fosfati e nitrati.
Attenzione alle Creme Solari
Inoltre, le creme solari sono ‘nemiche’ del mare. infatti a contatto con l’acqua, e dopo l’esposizione ai raggi ultravioletti del Sole, rilasciano tracce di metalli e nutrienti inorganici che rischiano di influire sull’ecosistema marino con conseguenze ancora ignote. Alluminio, silicio e fosforo sono i composti più rilasciati dal contatto tra l’acqua e le creme protettive.
L’Università di Cantabria ha condotto degli esperimenti che simula l’effetto dovuto all’ingresso in acqua dei bagnanti in una giornata estiva. I risultati dimostrano un aumento del 4% dei livelli di alluminio e un’impennata del 20% per quanto riguarda il titanio.
Come risolvere il problema?
Ma quindi, noi nel nostro piccolo, come possiamo aiutare a risolvere questi devastanti problemi?
Beh, innanzitutto possiamo raccogliere i rifiuti presenti nelle spiagge e nel mare. Durante le vostre vacanze, potreste dedicare anche solo un’ora al giorno a pulire raccogliendo pezzi di plastica, mozziconi e rifiuti vari, magari durante una passeggiata sul lungomare. E questo senza appoggiarci a nessuna associazione!
Potremmo scegliere mete della rete Ecotown o semplicemente mete meno turistiche che promuovono attività di ecoturismo.
Infine, è possibile scegliere tra diverse marche di creme solari ecologiche che non rilasciano sostanze che inquinano i nostri mari!