La raccolta differenziata e i rifiuti: le origini
Ecologia By Swapush
Proseguiamo con la nostra nuova rubrica dedicata all’ecologia. Settimana scorsa siamo partiti raccontandovi di Junker (clicca qui per leggere l’articolo completo), l’app che fornisce un valido aiuto nella raccolta differenziata. Oggi, e nei prossimi articoli, approfondiremo questo argomento.
Ma partiamo dalle origini
La gestione dei rifiuti e la raccolta differenziata come la conosciamo oggi, anche se relativamente recente, è frutto di un problema nato secoli fa.
La massa dei rifiuti che ci circonda, non è altro che la manifestazione di uno scarto crescente tra ciò che produciamo e ciò che consumiamo.
Ma come si è arrivati a questa situazione?
All’inizio della vita dell’uomo sulla terra, non esisteva il problema dei rifiuti: l’uomo conduceva una vita da nomade, nutrendosi degli animali che cacciava e quindi senza produrre rifiuti.
Nel neolitico, con l’avvento dell’agricoltura, l’uomo dovette cambiare il suo stile di vita diventando sedentario. Una dimora fissa era necessaria per la coltivazione dei campi ma con la conseguenza dell’accumulo dei rifiuti e scarti nello stesso luogo.
Questo fu il primo momento nella storia in cui il problema dei rifiuti iniziò a porsi.
Ben presto si arrivò a quelle che vennero denominate “città pestilenziali” ossia dei centri urbani maleodoranti con situazioni igienico-sanitarie letali. Non vi era alcun accorgimento contro cattivi odori e per la gestione degli scarti di produzione artigianale e rifiuti animali.
Con la rivoluzione industriale e l’avvento delle fabbriche, la situazione peggiorò e le città divennero un vero e proprio canale per epidemie di malattia contagiose.
I primi miglioramenti
Nel corso della seconda metà XIX secolo, grazie ai progressi dell’ingegneria, la situazione delle società urbane migliorò notevolmente e nelle città iniziarono a spuntare i primi cassonetti per raccogliere i rifiuti.
Il cambiamento più profondo si ebbe, però, con l’avvento del consumismo. Fino a quel momento la cultura, nonostante la produzione di rifiuti, era comunque basata sul riciclo e sul riutilizzo di materiali ed oggetti con una produzione minima di scarti. Ad incidere nella scelta di questo comportamento era anche l’alta percentuale di povertà nella popolazione.
Nel corso dei decenni successivi, questa abitudine, purtroppo, scomparve.
L’avvento del consumismo
Le industrie, per potersi sviluppare, crearono un mercato sempre attivo provocando loro stessi, spesso, la domanda di beni e servizi, anche non necessari. E così il nostro secolo ha conosciuto il fenomeno che va sotto il nome di consumismo, una folle rincorsa al consumo e allo spreco per produrre, e quindi guadagnare, sempre di più. In questa nuova dinamica, i rifiuti divennero qualcosa da allontanare dalle città, scaricandoli e dimenticandoli il più lontano possibile. La natura iniziò ad essere trattata come una sorta di pattumiera dalla capacità infinita.
Questo sistema di vita fino agli anni sessanta era quasi imposto come un traguardo da raggiungere. Le statistiche sui consumi di materie prime e di energia, sempre crescenti, erano considerati come bollettini di vittoria.
Da “civiltà dei consumi” a “civiltà dei rifiuti”
Ben presto un campanello d’allarme risuonò da più parti. Si iniziò a vedere anche il rovescio della medaglia sui pericoli insiti nel sistema stesso. La comparsa di nuovi materiali e oggetti ingombranti (le plastiche, le auto, i primi apparecchi elettrici) aggravarono la situazione e misero in evidenza i grossi e devastanti limiti di questa strategia di gestione.
La coscienza ecologista
Solo negli ultimi decenni del XX secolo si è diffusa una “coscienza ecologista”. Tematiche come la difesa dell’ambiente e lo smaltimento dei rifiuti hanno iniziato ad essere un punto centrale in tutto il mondo. alla fine degli anni ’70 si è cominciato a raccogliere in modo differenziato i rifiuti, ed successivamente anche a costruirne gli impianti.
I rifiuti diventano risorse
Ci si rese conto che era fondamentale trovare il modo per dare ai rifiuti una nuova vita e capire come reinserirli nel ciclo produttivo. Oggi, grazie alle direttive Ue, le isole ecologiche, o discariche, rappresentano l’ultima scelta nello smaltimento dei rifiuti.
La grande sfida con cui l’uomo si confronta oggi è essenzialmente quella di creare delle comunità sostenibili: ambienti fisici, sociali e culturali nei quali soddisfare i propri bisogni e aspirazioni senza compromettere il futuro delle generazioni che verranno.
E’ arrivato il momento di cambiare rotta
Oltre a fare una corretta raccolta differenziata, è fondamentale evitare gli sprechi, Tutti possiamo fare qualcosa. Non smetteremo mai di ripeterlo: ogni singolo gesto moltiplicato per milioni di persone può fare la differenza!