La Islanda Green
La Islanda è una delle destinazioni più green a livello globale e io ne so assolutamente qualcosa, avendola scelta come meta delle vacanze già nel 2013.
Io sono appassionata di vulcani e quindi l’Islanda fin da quanto ero piccola era una meta nella “To do list”. Ma non è una vacanza per tutti: fresco/freddo d’estate, alloggi non sempre comodi e spostamenti molto lunghi.
Ma la bellezza dell’isola va molto oltre questi disagi.
Con la mia compagna di merende Paola siamo partite chiaramente con l’aereo, su quello proprio non si poteva derogare, ma una volta arrivate lì ci siamo subito date da fare.
Utilizzando la piattaforma Couchsurfing abbiamo organizzato il primo soggiorno a Reykjavík e abbiamo trovato il nostro compagno di viaggio portoghese, Nuno con cui abbiamo viaggiato per tutte le due settimane successive facendo car sharing.
Personalmente uno, se non il più bel viaggio. Natura quasi incontaminata, km e km di strada deserti con paesaggi mozzafiato, scuole trasformate in ostelli ed il tutto eco friendly.
Il riscaldamento, grazie all’attività vulcanica del sottosuolo, è un’eccezionale fonte di calore grazie all’energia geotermica. Come l’abbiamo scoperta? Con una meravigliosa doccia ustionante appena siamo arrivate. Qui in Italia non abbiamo ancora ben chiaro il vero concetto della parola caldo, andate lì e poi mi dite.
E quello era solo l’inizio: catena km zero, pesca sostenibile, plastic free e zero spreco alimentare.
Un esempio? Abbiamo soggiornato in una scuola adibita in estate ad ostello, una meraviglia. Dovete capire che le distanze in Islanda non sono come Duomo/Loreto, ma da un punto x al primo supermercato possono esserci 50 km di strada percorribili in un’oretta su una comodissima mulattiera piena di fango. Naturalmente convinti che ci fosse un ristorante ci siamo presentati con un 2 mele ed un peperone.
Ecco, niente ristorante!
Panico.
In realtà l’ostello era assolutamente pronto a questa evenienza: freezer e frigo a disposizione con tutto il cibo lasciato dagli ospiti precedenti.
In altri tempi gli avanzi sarebbero stati buttati, invece lì venivano già conservati e messi a disposizione degli ospiti successivi in piena filosofia anti spreco.
Ho in programma di tornare sicuramente per visitare l’interno, ma questa volta in bici come già il Cammino di Santiago nel 2017…taaaaccccc.